La Repubblica delle Donne, Anno 13, N. 600 del 31 maggio 2008, pp. 76-81.
http://dweb.repubblica.it/dweb/2008/05/31/societa/societa/076gen60076.html
Manipolatori
È possibile un'etica della tecnologia? No, rispondono la filosofa Avital Ronnel e il artista Eduardo Kac in Life extreme, libro-riflessione per immagini appena pubblicato in Francia
di Maria Grazia Meda
È iniziato tutto con Eva, la prima scienziata della Storia. Punita per la sua curiosità, per la sua volontà di andare verso il serpente. La prima trasgressione "scientifica" che, ovviamente, ha un prezzo. Come tutte le trasgressioni. Questa è la prima riflessione suggerita tra le righe e nelle immagini (presentate in queste pagine) del volume Life Extreme, firmato da Eduardo Kac e Avital Ronell, edito in questi giorni dal francese Dis Voir. Un'opera difficilmente catalogabile, tanto il contenuto provoca sentimenti contraddittori di fascino e repulsione, di curiosità e sgomento, di poesia e orrore.
Eduardo Kac è un artista a parte nel mondo dell'arte contemporanea. Nato in Brasile, risiede negli Stati Uniti, a Chicago, dove propone un lavoro affascinante a metà tra biooarte e poesia sperimentale. Da una decina di anni si dedica a esplorare le scoperte scientifiche dei laboratori e a trasporle nell'universo delle gallerie d'arte. Avital Ronell è una stimata filosofa di origine ceca installata a New York dove insegna letteratura comparata, women studies, e filosofia. Docente a Berkeley e alla European Graduate School dove occupa la cattedra Jacques Derrida, Ronell è considerata una delle principali divulgatrici in USA della French Theory e del pensiero tedesco (in particolare Nietzsche, Husserl e Heidegger). Il suo lavoro si distingue per un approccio decostruttivista del mondo moderno, con i suoi oggetti, comportamenti, luoghi comuni. Brillante nel mescolare concetti filosofici con il linguaggio della strada, Ronell ha scritto una serie di libri di successo anche fuori dal mondo accademico, trattando temi disparati quali la guerra del Golfo, la stupidità, le nuove tecnologie, Aids, l'opera lirica.
Il libro Life Extreme è nato così, dalla volontà dell'editrice francese Danièle Rivière di fare incontrare e interagire l'artista che ha catalogato tutte le forme di vita trasformate e/o modificate dall'uomo, con la filosofa, allieva di Jacques Derrida e Hélène Cisoux, a commentarle. "Quando ho iniziato a contemplare queste fotografie le ho trovate meravigliose", racconta Avital Ronell. "Ma dopo qualche istante ho cominciato a provare un senso di vertigine, a esserne disturbata. Non puoi valutarle con un vocabolario normato riconoscibile. E invece di trovare delle risposte sei assalito dalle domande". Ecco il lavoro della filosofa, essenziale e necessario: formulare domande. Cosa ci dicono questi animali geneticamente modificati? Cosa ci ispirano queste chimere, questi ibridi, queste piante poeticamente surrealiste? Cosa ci dicono del progresso il coniglietto verde fluorescente, la rosa blu, il leonetigre o la zebrasino? Siamo di fronte all'ultima più terribile trasgressione? Abbiamo oltrepassato i limiti? "Potremmo persino avere la pretesa di trascendere il limite", commenta Ronell, "ma si torna sempre lì, al limite metafisico: cos'è un animale? Cos'è animale o postanimale? Queste immagini ci mostrano la trasgressione dei generi e siamo spiazzati perché abbiamo bisogno di dividere, separare, catalogare. Ma devo ammettere che sono sorpresa che non provochino una maggiore ansietà d'ordine etico".
Così giochiamo a fare Dio In questo XXI secolo l'etica continua a fare a pugni con il nostro desiderio di giocare a Dio: "In modo discreto ma insistente ciascuna di queste immagini dimostra ciò che Heidegger ha continuato a sostenere, ossia che non possiamo controllare o instaurare un'etica della tecnologia. Ci sono strade sulle quali l'etica non passa, dove non ci sono guide o supporti metafisici per tenerci lontano dai guai". I guai predetti da molti filosofi tra i quali Friedrich Kittler, che spiega come la tecnologia ci limita rendendoci più fragili e deboli, e il "catastrofista" Paul Virilio, con il quale Ronell ha lavorato in passato. "Virilio ha fatto notare che ogni progresso tecnologico limita e amputa il corpo. È persino arrivato a dire che il sogno tecnologico portato all'estremo è di immaginare un mondo popolato da persone completamente handicappate al fine di poter essere supportate completamente dalla tecnologia. Insomma, far rimpiazzare tutte le parti del corpo da protesi perfette". Uno scenario a dir poco orrificante. Eppure non siamo già entrati nell'era delle protesi? Pensate non per limitare o cancellare una menomazione (è il caso degli arti artificiali), o per salvare una vita (vedi il pacemaker), ma semplicemente per aspirare a un corpo più performante, più perfetto. Quando una donna di vent'anni modifica il seno, i glutei, gli zigomi con delle protesi al silicone o sostituisce denti sani ma imperfetti con impianti in titanio e porcellana assistiamo già a quello che Avital Ronell definisce "le prime sostituzioni dell'umano con il tecnologico".
La mercificazione degli animali Sfogliando il libro notiamo una frase tratta dal Frankenstein di Mary Shelley che dice: "La mia compagna deve avere i miei stessi difetti" e qualche pagina più in là troviamo un'altra citazione: "Creo persone che possono vivere con me". Ecco: la genetica, le biotecnologie promettevano di cancellare le anomalie, le differenze, gli handicap. Ma perché non dovrebbero servire anche a creare le differenze? Grazie alle analisi preimpianto i futuri genitori possono chiedere figli perfetti; ma altri genitori, portatori di handicap, possono esigere esattamente l'opposto, vedi alcuni casi - rari ma non meno clamorosi - di una coppia di non udenti che voleva che il medico li aiutasse a mettere al mondo un figlio sordo, e di una coppia di non vedenti che ha chiesto di poter "programmare" un figlio cieco. "Ecco l'ironia delle intenzioni", commenta Ronell, "come se fossimo incapaci di accettare l'alterità. Persino nella differenza cerchiamo una corrispondenza". Ma nel nome di cosa fermare la ricerca e il progresso tecnologico? In fondo tutte le ricerche sono giustificate dal desiderio di migliorare la nostra condizione in questo mondo. Il famoso "manzo Schwarzenegger" (nelle immagini della pagina di apertura), un manzo senza grasso ma con un volume e massa muscolari tre volte superiori alla media - non è il frutto del sadismo di uno scienziato ma teoricamente una tra le molteplici risposte alla fame nel mondo. Ciò che però sciocca è la sempre maggiore confusione tra la risposta a una necessità e la tendenza alla mercificazione inarrestabile di ogni forma di vita. "Ecco cosa mi scandalizza profondamente", spiega Ronell, "la logica della mercificazione nel nome dell'efficacia e della speditività imposta dal consumismo: penso al pollo senza piume creato per guadagnare tempo. Non devi più spennarlo, è lì pronto per essere messo in pentola o nel forno. È un'immagine che non posso guardare, mi riporta a immagini di carcerati indigenti, spogliati: le vittime dell'immaginario tecnologico. Questo pollo "denudato" mi disturba nel profondo, perché evoca ricordi che vengono da altrove". Ronell parla del concetto di umiliazione subita dagli animali nei laboratori di ricerca evocando altri esperimenti in altri laboratori, quelli del Terzo Reich. "I campi di concentramento sono stati gli unici laboratori senza restrizioni della Storia. Al di là del sadismo fine a se stesso, in quei laboratori la ricerca si è spinta a limiti inimagginabili e mai ripetuti. Sappiamo che lì hanno ottenuto risultati mai svelati; quindi la domanda etica che dobbiamo porci è se possiamo oggi avvalerci di quelle informazioni".
Prosegue la filosofa: "Con tutte le precauzioni del caso possiamo dire che c'è un legame tra l'invenzione dei macelli industriali, la degradazione degli animali e i campi di concentramento. Nei macelli diamo il primo segnale di via al massacro di ogni forma di vita". L'arroganza e il dubbio Nel libro si susseguono le immagini di animali "contro natura", di piante strane, irreali che ci ricordano come l'idea di progresso sia intimamente legata al dominio dell'uomo sulla natura. Un'idea che provoca la collera di Ronell: "Questo desiderio di dominare la natura è un atto di profonda arroganza e di grave follia. Come possiamo dire chi siamo noi rispetto alla natura? Dove ci posizioniamo: dentro, fuori, ai limiti? È una forma di svilimento dell'uomo pensare di controllare la natura, dimentichiamo che tutte le fantasie di controllo hanno prodotto disastri". L'ultimo tabù resta forse la clonazione degli esseri umani e la domanda che provoca: a quale necessità, a quale idea di progresso corrisponde? Una domanda cui nemmeno Avital Ronell può rispondere: "L'etica diventa obsoleta di fronte a tutti questi cambiamenti, ma è nostro dovere metterci al passo e riflettere, perché, ovviamente, non vogliamo regredire verso certi tabù di matrice cristiana - vedi la questione della ricerca sulle cellule staminali. Nietzsche diceva che Dio opporrà un veto alla scienza perché Dio è minacciato dalla scienza. Queste sono questioni complesse che ci costringono a chiedere cosa sia la vita, e alla luce dell'utilitarismo che caratterizza la nostra società possiamo chiederci se il profilo che definisce ogni essere vivente non sia ormai solo strumentale. Una domanda essenziale alla quale non ho una risposta su misura". Chiudiamo il libro senza certezze, ma assaliti dai dubbi: non siamo su una corsia a senso unico senza possibilità di tornare indietro? Avital Ronell chiosa citando Heidegger: "La tecnologia ha una velocità propria inarrestabile. Il nostro compito è riparare i danni. Anche se pensiamo che sia impossibile dobbiamo almeno tentare".
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